Quanto segue sono alcuni brani tratti dalla ricerca di speleologia effettuata dall'ARS (in particolare da Sergio Piazzo) in oltre 20 anni, che comprende un trattato sulla vita nelle grotte (biospeleologia) ed una indagine approfondita sulle grotte delle Alpi Liguri (in pratica, riguardanti le valli Ellero, Maudagna, Corsaglia, Casotto, Tanaro, Roburentello e limitrofe), completa di fotografie, piantine, dati scientifici, rilievi, ecc. Questa ricerca è fin d'ora a disposizione di tutti gli interessati, ma verrà inserita in questo sito poco per volta perchè la maggior parte dei testi devono ancora essere inseriti nel computer, e la cosa richiederà abbastanza tempo (si tratta di molte centinaia di pagine).
I pipistrelli
Struttura
I Chirotteri, che
generalmente vengono chiamati semplicemente Pipistrelli dal nome
di una delle loro specie, sono i soli mammiferi capaci di volare,
e a tale scopo i loro arti anteriori hanno subìto un radicale
mutamento trasformandosi in un vero apparato alare.
Il Patagio è una membrana molto
elastica e percorsa da fasci muscolari assai sottili,
terminazioni nervose e vasi sanguigni: questi ultimi presentano
una pulsazione indipendente, con cui viene assicurata l'uniforme
irrorazione sanguigna anche nelle zone più marginali.
L'omero e l'avambraccio,
ma soprattutto le ossa metacarpali e le falangi, si sono
fortemente sviluppate in lunghezza, così da formare una
struttura di sostegno per il patagio, assai elastico. Questo
viene distinto in varie zone: viene chiamato propatagio quella parte che si
estende dal collo al pollice, dattilopatagio quella compresa tra il 2°
e il 5° dito, endopatagio quella che va dal 5° dito
al tarso, e infine l'uropatagio che si estende tra gli arti inferiori,
includendo in tutto o in parte anche la coda.
Il pollice,
piuttosto corto, resta libero dal patagio ed è munito di un
artiglio acuminato e fortemente ricurvo, simile a quello delle
dita posteriori. Le altre dita sono invece prive di artigli. L'articolazione
scapolare è un "giunto sferico" dalla struttura assai
complessa, che consente all'ala di compiere i necessari movimenti
di rotazione, e le articolazioni del gomito, della mano e delle
dita, hanno una struttura a cerniera e servono a mantenere tesa
la superficie dell'ala.
Tecniche di riposo e di volo
Durante il riposo,
i Chirotteri si tengono aggrappati con gli artigli posteriori ad
un sostegno, con il capo allingiù. Durante il volo, non
muovono semplicemente le ali dall'alto in basso e viceversa, ma
compiono anche uno spostamento rotatorio per cui la punta dell'ala
descrive un'orbita ellittica.
Molti di essi (ad
esempio l'Orecchione Bruno) sono capaci di restare immobili nell'aria
senza spostarsi. La frequenza del battito alare dipende
soprattutto dalle dimensioni dell'animale, e si aggira dai 10 ai
20 battiti al secondo. La velocita del volo varia tra i 15 km/h
per le specie più lente (ad es. il Myotis) ai 50 km/h per i più
veloci (ad es. la Nottola).
L< L'Orecchione Bruno (Plecotus Auritus)
Per iniziare il
volo, alcuni pipistrelli si staccano dal punto dove stavano
aggrappati e dopo essersi lasciati cadere per un certo tratto
aprono le ali e iniziano il volo. Altre specie spostano invece il
corpo in posizione orizzontale prima di abbandonare il sostegno.
La maggior parte riesce a sollevarsi in volo anche da un terreno
piano, compiendo un piccolo balzo.
Nell'atterraggio,
la velocità viene frenata mediante spostamento delle ali e dell'uropatagio,
e durante l'ultima fase della manovra, se vogliono appendersi ad
una parete o ad un albero, spostano il corpo allingiù con
un colpo d'ala e immediatamente si aggrappano al sostegno con gli
artigli posteriori. Quando il pipistrello ha ripiegato il patagio
diventa un vero e proprio quadrupede, riuscendo a spostarsi sul
terreno od arrampicarsi con una buona agilità. Può anche
spostarsi rimanendo appeso alle travi o alla volta di una grotta
sostenendo il peso del corpo con gli artigli dei piedi. Sebbene
non abbiano l'abitudine di nuotare, se uno di essi cade in acqua
non si trova in difficoltà: immagazzinando aria nelle ali
comincia a batterle ritmicamente riuscendo a saItellare sulla
superficie dell'acqua e a raggiungere la riva.
Luso degli ultrasuoni
Una delle facoltà
piu interessanti dei pipistrelli e oggetto di profondi studi, e
lo spiccato senso di orientamento che mostrano nei muoversi,
soprattutto di notte. Gli occhi sono piccolissimi, e servono solo
alla percezione della luminosità, ma non alla definizione della
forma degli oggetti. Per orientarsi hanno sviluppato un sistema
basato sulla percezione degli echi, detto Sonar, per cui
emettono onde sonore di frequenza così elevata da non poter
essere percepite dall'orecchio umano (ultrasuoni) e le captano
con il loro apparato acustico dopo che sono state riflesse dagli
oggetti.
Con questo sistema
i pipistrelli riescono ad individuare ed evitare, durante il volo,
anche gli ostacoli più piccoli, ad esempio un filo dallo
spessore di un millimetro, a distinguere i luoghi di riposo più
adatti o gli insetti da catturare, anche nella più completa
oscurità.
A proposito dell'uso degli ultrasuoni, si è accertato che le varie specie di Chirotteri hanno sviluppato sistemi di orientamento molto diversi.
l Vespertilionidi emettono ultrasuoni in
impulsi di durata 5-10 millisecondi, caratterizzati da una
frequenza variabile, all'intemo di ognuno, da 10 a 100 kHz. Gli
impuisi hanno dunque una modulazione di frequenza in cui essa e
più alta all'inizio e decresce verso la fine. Essi si susseguono
con una frequenza di ricorrenza fino a 50 Hz quando I'animale si
trova vicino ad un ostacolo, e con frequenza piu bassa quando gli
oggetti sono più distanti.
Questi ultrasuoni
sono prodotti dalla laringe e vengono emessi attraverso la bocca
tenuta leggermente aperta. Le orecchie captano le onde respinte
dagli oggetti sotto forma di eco e I'animale riceve un'immagine
"sonora" dellambiente, valutando il periodo di
tempo che intercorre tra la partenza di un segnale sonoro e il
suo ritorno: da tale durata si può calcolare la distanza dell'oggetto,
e la differenza di tempo nella percezione dell'eco per le due
orecchie serve a stabilire la direzione dell'oggetto.
I Rinolofidi invece adottano un sitema molto diverso. Essi sono dotati di singolari appendici nasali membranose e di una spiccata mobilità delle orecchie. I segnali vengono emessi in impulsi molto più lunghi di quelli dei Vespertilionidi e durano circa 100 ms; la frequenza è corrispondentemente bassa: circa 4-6 impulsi al secondo, senza modulazione di frequenza: essa rimane costante su valori tipici di ogni specie (ad esempio, 85 kHz per il "Ferro di-cavallo-maggiore" e 110 kHz per il "Ferro di -cavallo minore").
Questi animali
usano l'effetto Doppler nelle loro ecolocalizzazioni. Gli
ultrasuoni, nei Rinolofidi, sono lanciati attraverso il naso, per
cui vi e uno stretto collegamento tra laringe e cavità nasale.
In alcune specie, le cartilagini della laringe sono interamente o
in parte sostituite da osso. Inoltre, l'epiglottide è tubolare e
sporge nelle vie nasali dietro la bocca, il che è un vantaggio
nell'emettere impulsi attraverso il naso. In tal modo i
Rinolofidi possono emettere ultrasuoni anche a bocca chiusa o
mentre catturano gli insetti.
Nella trasmissione
degli ultrasuoni, le appendici membranose agiscono come megafoni,
e poichè la loro posizione puo essere mutata con una contrazione
muscolare, gli animali possono variare I'ampiezza di questa cassa
di risonanza a seconda della distanza degli oggetti, e fare in
modo che le onde emesse dalle singole narici possano variamente
interferire tra loro.
Le orecchie
ricevono le onde riflesse e lavorano l'una indipendentemente dall'altra:
i Rinolofidi possono localizzare gli oggetti anche con un solo
orecchio, a differenza dei Vespertilionidi.
II Trago consiste in una cartilagine che si trova nell'orecchio, nel punto focale del padiglione e serve a focalizzare il fascio di ultrasuoni raccolti dal padiglione e ad inviarli al timpano. Nei Rinolofidi esso è assente o di dimensioni minime, in quanto la concentrazione del fascio di suoni viene effettuata al momento della trasmissione dall'appendice che circonda le narici, le quali sono situate ad un intervallo pari a metà lunghezza d'onda sul fondo dell'imbuto formato dall'appendice stessa.
Molti insetti sono in grado di captare gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli e addirittura di poter reagire: quando una farfalla notturna, ad esempio, giunge nel campo di risonanza di un pipistrello, inverte il volo cercando di fuggire oppure si lascia semplicemente cadere a terra fingendosi morta, e alcune volte riesce a salvarsi.
I Chirotteri emettono anche strida di vario genere, percepibili dai nostro orecchio. Esse vengono lanciate in prevalenza quando gli animali sono irrequieti, oppure durante il periodo della riproduzione mentre si inseguono cercando di attirare I'attenzione del compagno. Un altro suono caratteristico, un ronzio debolissimo, si può udire quando sono in piena attività, specialmente quando stanno scandagliando l'ambiente in attesa di prendere il volo. Ciò è provocato dalla corrente di impulsi in rapida successione, che produce una nota con la frequenza della ripetizione del segnale. Ogni impulso, pur consistendo in una catena di minute oscillazioni, agisce sull'orecchio umano come un'onda unica.
Interrogativi sugli ultrasuoni
Pur essendo state scoperte molte cose sui sonar dei pipistrelli, esistono ancora molti fatti inspiegati. Come può ad esempio un Chirottero, quando vola gomito a gomito con migliaia di altri simili, a non confondere i propri segnali con quelli dei vicini? E come può il suo orecchio essere protetto contro il segnale molto alto emesso dai vicini per riuscire ad ascoltare la propria debole eco di ritorno? Come riesce inoltre ad impedire al suo orecchio di diventare momentaneamente assordato dalla propria trasmissione, così da non poterne ricevere I'eco?
Olfatto, gusto e memoria topografica
Nei Chirotteri
sono molto sviluppati anche I'olfatto ed il gusto. Tutti sono
provvisti di ghiandole che secernono le più diverse sostanze
odorose, ed hanno unimportanza fondamentale nella vita
sessuale e sociale. Anche il gusto è abbastanza sviluppato, e lo
dimostra la loro golosità verso I'acqua zuccherata ed il latte,
mentre rifiutano decisamente I'acqua salata o acida.
Veramente
sorprendente è inoltre la memoria topografica dei pipistrelli,
soprattutto se si considera che volano alla cieca e non hanno un'immagine
visiva di quanto li circonda, bensì una "immagine sonora".
Numerose osservazioni dimostrano che quando si è adattato ad un
ambiente, un pipistrello fa ampio affidamento sullimmagine
che ha memorizzato precedentemente, e vola seguendo con sicurezza
la propria carta mnemonica.
La fiducia nelle
proprie capacità mnemoniche è così profonda che essi
rinunciano alla "rilevazione sonora" quando si muovono
in ambienti conosciuti, così da schiantarsi in velocita contro
una porta che sia stata improvvisamente chiusa sull'ingresso
della grotta dove regolarmente entravano, oppure contro una
persona che si sia intromessa sul loro percorso.
Caratteristiche zoologiche
Il mondo dei
Chirotteri e di una enorme molteplicità di forme, e appunto per
questo per molte specie non è stato ancora possibile raccogliere
sufficienti notizie relative al loro aspetto esteriore e alle
loro origini.
Questa varietà di
aspetti si riscontra soprattutto nella struttura del capo e in
particolare della faccia. Le orecchie possono avere un enorme
sviluppo in lunghezza e anche in larghezza, e possono essere
appuntite, arrotondate, liscie, dentellate, ecc.
Un aspetto
estremamente variabile possono avere anche le appendici nasali
membranose (lobi) di cui sono dotate molte specie: alcune sono
liscie, altre divise da un solco, altre coperte di rughe, di
papille o di verruche A queste appendici è affidata, come
abbiamo già visto, una funzione di vitale importanza: l'emissione
e la captazione degli ultrasuoni.
Le orecchie non si
uniscono alla base, ma i lembi dei padiglioni si inseriscono sul
capo in punti ben separati, e in alcune famiglie vi è una
particolare escrescenza, detta "trago".
La coda è in
genere ben sviluppata e rimane inclusa, in modo più o meno
completo, nel patagio. II secondo dito è di solito costituito da
una sola falange, e raramente da due. La forma delle ali, larghe
o strette, è fondamentale nel determinare la potenza e le
caratteristiche del volo: ali lunghe e strette sono tipiche dei
volatori veloci ed eleganti.
Ghiandole cutanee
sono situate in varie zone del corpo: quelle facciali secernono
una sostanza oleosa che viene distribuita sul patagio. Altre
ghiandole si trovano sulla testa, nella gola e nella regione ano-genitale
e secernono sostanze odorose: sono spesso presenti solo nei
maschi e svolgono probabilmente un'importante funzione in
rapporto alla vita sessuale.
A seguito dell'adattamento
a diversi tipi di alimentazione, la dentatura può presentare
molte variazioni sia nel numero, sia nella forma dei denti: il
loro numero varia da 20 a 38, gli incisivi sono in genere piccoli
e i canini lunghi e robusti.
I Pipistrelli italiani
Il sottordine dei MICROCHIROTTERI, a cui appartengono tutte le varietà di pipistrelli, comprende 16 famiglie, per un totale di oltre 150 generi e circa 700 specie. Qui tratteremo le famiglie dei Vespertilionidi, dei Rinolofidi e dei Molossidi, le uniche che si trovano nell'Europa meridionale.
l VESPERTILIONIDl
Nella famiglia dei Vespertilionidi, i pipistrelli sono privi di appendici nasali o di altre particolari formazioni cutanee. E' la famiglia più numerosa, e comprende specie sparse in tutto il mondo, dalle regioni tropicali fino alle parti meridionali dei territori artici. Si osservano sia nei boschi e sia nelle pianure aperte, in territori umidi e in territori aridi. La coda è sempre ben sviluppata e completamente circondata dalluropatagio, sopra il quale può talvolta sporgere con la sua parte terminale. Le orecchie sono provviste di trago e I'alimentazione è quasi esclusivamente costituita da insetti. La famiglia comprende 40 generi e circa 275 specie.
Il genere MYOTIS
II genere Myotis
rnmprende quasi 60 specie che vivono, almeno nella stagione
fredda, nelle zone temperate, e si rifugiano nelle grotte. Di
esse, 7 specie sono diffuse in Europa, e tra esse la più grande
e il "Pipistrello
Orecchie-di-Topo" ("Myotis Myotis", lunghezza testa-tronco fino a 8 cm
e apertura alare 35 centimetri).
Le altre specie
hanno dimensioni notevolmente più ridotte e si distinguono tra
di loro anche per Ie dimensioni e la forma delle orecchie e del
trago, e per la struttura dell'uropatagio. Il "Pipistrello
di Bechstein" (Myotis Bechsteini) ha le orecchie abbastanza
sviluppate; il "Pipistrello di Natterer" ha ciuffi di
setole ricurve lungo il margine posteriore della coda.
Al termine del
letargo invernale, che maschi e femmine trascorrono insieme allinterno
di grotte, le femmine del Myotis si radunano in ampie "residenze delle puerpere" ove partoriscono ed
allevano i propri figli. Ad ogni parto, che avviene abitualmente
nella prima metà di giugno, nasce un solo piccolo. In agosto,
quando i figli sono diventati autosufticienti, le residenze
vengono abbandonate e gli animali riprendono le normali attività.
Questi pipistrelli frequentano di solito gli stessi quartieri,
sia estivi che invernali, distanti talvolta 200 km gli uni dagli
altri. A volte però possono anche cambiare le loro residenze.
Il genere PIPISTRELLUS
Al genere Pipistrellus appartengono le forme più piccole della famiglia, e comprende circa 40 specie. Tra le specie diffuse in Europa c'e il "Pipistrellus-Pipistrellus" (lunghezza 4-5 cm e apertura alare 20 cm). Durante I'estate si nascondono di solito nelle grondaie o allinterno di edifici, rnentre svernano in luoghi nascosti e riparati in case, campanili o grotte. In alcuni territori questi animali intraprendono lunghe migrazioni stagionali: un esemplare inanellato in Russia venne ritrovato in Bulgaria, a 1600 km di distanza.
< Il "Pipistrellus Pipistrellus"
Il genere NYCTALUS
II genere Nyctalus
(lunghezza 5-10 cm) comprende 6 specie. tra cui la "Nottola" (Nyctalus Noctula)
diffusa anche in Italia, la "Nottola-di Leister ",
piuttosto rara e tipica dei boschi, e la "Nottola Gigante".
Le Nottole sono
tipicamente arboricole: durante il giorno si rifugiano in alberi
cavi, soprattutto d'estate, e talvolta anche in edifici. Sono
animali robusti, con orecchie rotonde e grosse, col trago piccolo
e arrotondato e con ali slanciate che consentono un volo agile e
rapido. La loro attività inizia prima del calar del sole e
talvolta, specialmente in autunno, anche nel pomeriggio. Le
femmine danno spesso alla luce due piccoli per ogni parto. Le
Nottole si nutrono di insetti, specialmente scarafaggi, grilli, e
grosse farfalle notturne.
Altri generi
Ai Vespertilionidi
appartiene anche il genere Eptesicus, in cui vi è il "Serotino Comune" (Eptesicus Serotinus),
molto diffuso in Europa dove vive preferibilmente in prossimità
delle abitazioni. Sono animali dotati di temperamento tranquillo
e si abituano facilmente alla vita in cattività.
Altri due generi
di Vespertilionidi diffusi in Europa sono il "Barbastello" (nero, dalle
orecchie piccole, corte e unite alla base da un lembo membranoso)
e I"Orecchione Bruno" (Plecotus Auritus),
dalle orecchie estremamente lunghe che durante il riposo vengono
ripiegate e protette dalle ali, in modo che risulta visibile solo
il trago, lungo e appuntito. Entrambe le specie trascorrono l'inverno
nascoste in grotte.
I RINOLOFIDI
Nella famiglia dei
Rinolofidi le narici sono circondate da appendici membranose e
sono composte da tre parti: una inferiore a forma di ferro di
cavallo nella cui concavità sono situate le narici; una mediana,
simile ad una lunga cresta, e una terza a forma di lancia
appuntita.
Le orecchie, grandi e appuntite, sono prive di trago. La coda e
relativamente corta, e quando lanimale è in riposo è
ripiegata sopra il dorso, e non sotto il ventre come nei
Vespertilionidi. Nella parte posteriore del corpo le femmine
hanno due appendici ("falsi capezzoli") che consentono
ai piccoli di tenersi aggrappati.
II pelo dei Rinolofidi è morbido e soffice, con sfumature che
vanno dal nero, grigio e bruno scuro (fino al rosso-arancio
splendente).
La maggior parte
delle specie vive in gruppi allinterno delle grotte dove si
appendono alla volta bene in vista, e non nascosti nelle
fenditure, tenendosi ad una certa distanza gli uni dagli altri,
avvolti nel patagio come in un mantello.
Nelle zone temperate cadono in letargo durante linverno ma
si risvegliano ogni tanto, e non soltanto svolazzano nelle grotte,
ma escono e volano persino nelle notti in cui la temperatura è
rigida.
Pur non migrando, di tanto in tanto cambiano i loro quartieri e
in tal caso compiono spostamenti anche di 70-80 km. Il genere
Rinolophus comprende circa 15 specie, tra cui il "Ferro-di-Cavallo-Minore" (Rinolophus
Hipposideros) e il "Ferro-di-Cavallo-Maggiore" (Rinolophus
Ferrumequinum).
< Testa di un "Ferro di Cavallo Maggiore" (Rinolophus Ferrumequinum): notare il sistema di "antenne" e "paraboliche" che costituiscono il muso e le orecchie. |
I MOLOSSIDI
Nella famiglia dei
Molossidi (lunghezza 4-13 cm) sono compresi 10 generi, diffusi
soprattutto in territori caldi. La parte terminale della coda è
libera al di sopra dell'uropatagio, che può scorrere lungo il
primo tratto di questa, in modo da variare la propria superficie.
Gli arti
posteriori sono corti e robusti, e i piedi grandi e larghi. Le
dita esteme dei piedi sono munite di una serie di setole ricurve,
che vengono usate a mo' di spazzola per pulire e pettinare il
mantello. Il capo è grosso, con il muso fortemente rincagnato.
Le orecchie sono grandi e larghe, con il padiglione piuttosto
spesso e il trago piccolo e arrotondato. Il patagio e le orecchie
sono spessi e cuoiosi, e le labbra superiori raggrinzite
sovrastano le inferiori.
I Molossidi sono
in grado di muoversi agilmente in terra e anche volare assai
rapidamente. Solo pochi di essi conducono vita solitaria:
generalmente vivono in branchi, a volte di migliaia o milioni di
individui, allinterno di grotte, alberi cavi o edifici.
II genere Tadarida comprende il "Molosso dei-Cestoni" (Tadarida
Teniotis), l'unico vivente in Europa.
Il mantello
La maggior parte
delle specie ha il corpo rivestito da un mantello più o meno
folto, che in taluni casi si estende a coprire parzialmente il
patagio: questo, tuttavia, è in genere glabro, e nude sono anche
le orecchie e le appendici cutanee presenti sul capo. Molto
interessante è la conformazione del mantello, privo di lanugine
e costituito da peli dalle caratterisiiche assai singolari. In
molti casi ogni pelo, sottile alla radice. si ingrossa
gradualmente, e lo strato più superficiale forma caratteristiche
squame, rilievi, rigonfiamenti trasversali, o formazioni
elicoidali.
La struttura del
pelo è caratteristica delle singole specie ed è un elemento
abbastanza determinante per la loro classificazione. Nella
maggior parte dei pipistrelli il mantello è bruno o grigio, con
una intera gamma di sfumature che giunge fino al nero. Non
mancano tuttavia mantelli rosso-bruni o rosso-arancio. La parte
inferiore del corpo è solitamente più chiara di quella
superiore, ed è bianca in alcune specie.
Lalimentazione
Anche per l'alimentazione
esiste una grande variabilità, tuttavia quasi tutti i
pipistrelli si nutrono di insetti. Moltissimi sono gli insetti
che conducono vita notturna: essi vengono catturati dai
pipistrelli soprattutto durante il volo. I territori di caccia
preferiti da molte specie sono le acque libere, nelle cui
vicinanze gli insetti vivono particolarmente numerosi. A volte si
nutrono anche di insetti non volatori, come carabidi, scarabei o
bruchi, e in questo caso individuano la preda dal fruscìo che
essa produce, mentre per individuare la posizione degli insetti
in volo sfruttano il sistema degli ultrasuoni.
I pipistrelli
hanno un elevato fabbisogno di acqua e, come le rondini, si
dissetano al volo abbassandosi sulla superficie e tuffando la
lingua nell'acqua per un breve istante. Molte specie iniziano la
loro attività notturna cercando l'acqua per spegnere la sete.
Infatti, quando l'aria è secca e manca l'acqua, il patagio si
disidrata e l'animale muore.
Il letargo
I Chirotteri sono
in genere amanti del caldo, e di esso hanno assolutamente bisogno.
La vita nelle zone temperate, con I'alternarsi di stagioni calde
e fredde, pone particolari condizioni alle specie qui diffuse,
che si nutrono solo di insetti: esse devono infatti superare la
stagione fredda, che non offre possibilità di nutrimento,
cadendo in un letargo invernale tipico degli insettivori.
Molto interessante
è il fatto che i pipistrelli delle zone temperate anche d'estate
presentano sintomi simili al letargo. Durante il giorno, quando
la temperatura esterna si abbassa al di sotto di un certo valore,
anche la temperatura corporea diminuisce fin quasi ad eguagliare
quella dell'ambiente: di conseguenza i processi metabolici
subiscono un rallentamento e si riduce il fabbisogno di cibo.
Soltanto alla sera, quando inizia il periodo di attività di
questi animali, la loro temperatura corporea aumenta nuovamente
ed essi riacquistano la loro agilità. Questo "sonno diurno"
rappresenta quindi un risparmio di energia.
< Un "Ferro di Cavallo Maggiore" in posizione di riposo in una grotta
Le migrazioni
La maggior parte
dei pipistreili delle zone temperate si preoccupa, al
sopraggiungere della stagione fredda, di trovare dei rifugi per I'inverno.
Alcune specie cercano grotte o luoghi analoghi, altre
preferiscono alberi cavi, e altre ancora cercano riparo allinterno
di edifici.
Quasi sempre i
quartieri invernali differiscono completamente da quelli estivi,
e spesso sono situati in zone del tutto diverse. Il pipistrello
"Orecchie di Topo", ad esempio, preferisce trascorrere
l'estate in edifici disabitati, generalmente chiese, dove la
temperatura può raggiungere valori molto alti, mentre d'inverno
vive in grotte naturali o miniere abbandonate, dove la
temperatura si mantiene abbastanza alta e costante.
Esperimenti
effettuati col metodo dell'innanellamento hanno dimostrato che la
maggior parte dei pipistrelli è molto fedele a determinati
luoghi e ritorna sempre ai propri quartieri. Quando si spostano
dai quartieri estivi a quelli invernali, molte specie percorrono
centinaia di km, a volte viaggiando pure durante il giorno: nelle
belle giornate autunnali, infatti, sono stati avvistati sovente
pipistrelli in migrazione, talvolta anche assieme a rondini.
Rimane ancora un completo mistero il modo in cui si orientano
durante questi lunghi voli, volando per lo più durante la notte.
La riproduzione
Nei Chirotteri
europei lo sviluppo dell'embrione ha inizio dopo il risveglio dal
letargo invernale e la nascita avviene solitamente durante il
mese di giugno, mentre I'accoppiamento e la fecondazione si
verificano generalmente in autunno.
Questo ritardo
evita che il parto avvenga nei mesi invernali, quando le
condizioni di vita sono troppo difficili per il piccolo. Durante
la prima metà della stagione calda le femmine si dedicano
unicamente alla riproduzione: riunite in schiere più o meno
numerose, si rifugiano in particolari zone delle grotte ove
partoriscono e allevano i piccoli. Nel frattempo i maschi
conducono vita solitaria. Una eccezione a questa regoia è
costituita dai maschi dei Rinolofidi i quali si raccolgono
talvolta in gruppi anche numerosi, nelle residenze femminili.
La vita dei
Pipistrelli è straordinariamente lunga: il minuscolo e fragile
"Ferro-di-Cavallo-Minore" è in grado di vivere 15-18
anni, mentre nei topi di dimensioni analoghe la vita è inferiore
ai due anni.
Conclusione
I Chirotteri sono
un ordine dei Mammiferi che comprende un numero enorme di specie
e che presenta particolarità biologiche molto differenziate.
Purtroppo, le abitudini strettamente notturne ne rendono molto
difficile l'osservazione e lo studio, e proprio questa loro
tendenza a vivere nascosti e il loro aspetto spesso bizzarramente
terrificante hanno contribuito allo svilupparsi, presso molti
popoli, di leggende e superstizioni.
Essi vengono messi
in rapporto con gli spiriti maligni, ed è significativo che il
diavolo sia rappresentato con ali di pipistrello e gli angeli con
ali di uccello.
Ancora oggi i
pipistrelli vengono considerati animali detestabili e pertanto
cacciati ed uccisi. In realtà solo pochissime specie, viventi
nei paesi tropicali, possono a volte danneggiare l'uomo o le
coltivazioni. Quasi sempre si tratta di animali del tutto innoqui,
e addirittura utili poichè distruggono quantità enormi di
insetti, soprattutto parassiti.
La crescente civilizzazione ha fatto sì che i pipistrelli non trovino più facilmente le condizioni di vita loro indispensabili. In molti paesi queste specie godono di protezione legislativa: in Italia invece è compito di ciascuno di noi adoperarsi per salvaguardare queste bizzarre ed interessanti creature.